GROTTA DELLA SIBILLA
Tra le più interessanti delle Cryptae Flegree, da non confondere con l'altra cavità artificiale nota come l'Antro della Sibilla ubicata sull'acropoli di Cuma, la Grotta della Sibilla fu realizzata per scopi militari contestualmente alla realizzazione del Portus Iulius (intorno al 37 a.C. durante la guerra civile che vide contrapposti Ottaviano e Sesto Pompeo), creando un attraversamento alla base del Monte delle Ginestre, al fine di unire la sponda Sud del lago d'Averno con quella a Nord del lago Lucrino.
Essa è stata scoperta durante la campagna di scavi archeologici che i Borbone sostennero dal 1750 fino al 1792 e inizialmente ritenuta la cavità presso la quale la Sibilla Cumana vaticinava e pertanto divenne uno dei siti archeologici più visitati dagli escursionisti del Grand Tour nei Campi Flegrei.
Alla grotta si arriva tramite un breve sentiero, delimitato in parte da un antico muro di sostegno in tufo, che taglia un tratto di fitta vegetazione che dal lago d'Averno raggiunge la parete tufacea del detto rilievo, di fatto parte dell'edificio vulcanico che contorna il cratere occupato dal lago. La cavità artificiale ha un varco di accesso di modeste dimensioni chiuso, per ragioni di sicurezza, da un muro e da un cancello in ferro di recente fattura.
La grotta, priva di pozzi di luce, è larga poco più di tre metri ed alta circa quattro ed il soffitto è stato sagomato come una volta "a botte" mentre il piano di calpestio non è pavimentato ma del medesimo materiale delle pareti ovvero in tufo e con andamento leggermente in pendenza.
La cavità scavata nella roccia, caratterizzata dalle presenza di piccole nicchie destinate, probabilmente, ad alloggiare fonti illuminanti (torce e/o lanterne), in alcuni tratti cambia colore come se la grotta nel suo sviluppo tagliasse un "filone" di materiale di diversa consistenza e dal colore più scuro che potrebbe essere assimilato al tufo grigio, al piperno oppure al basalto.
Il percorso sotterraneo risulta al momento non totalmente praticabile con tratti di ridotta altezza dovuto a depositi di materiale ma percorribile fino ad un ambiente, caratterizzato da una coppia di archi in laterizio e dalle pareti rifinite in "opus reticulatum".
Dalla detta camera è possibile accedere ad un breve diverticolo che conduce ad un piccolo vano dal quale partono delle scale che conducono in alcuni ambienti con probabile antica destinazione termale noti ancora nel medioevo come "Lavacro della Sibilla" per la presenza di falde di acqua calda.
Dai detti locali parte uno stretto e misterioso corridoio dall'andamento curvilineo con il calpestio che sembra come modellato dalla presenza di acqua sicuramente presente in passato e dovuta al fenomeno del bradisismo.
La grotta non è visitabile.
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